Aiello Calabro, a metà strada tra il mare e la montagna, è un piccolo paese, abitato da poco meno di mille e cinquecento anime, arroccato sulle colline dell’entroterra tirrenico cosentino che vanta un ampio territorio di circa 39 kmq, tra i 70 e i 1100 metri slm.
Confina con Cleto, Grimaldi, Lago, Martirano (CZ), Martirano Lombardo (CZ), San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello.
Le sue origini risalgono al passato remoto. I ritrovamenti negli anni ‘60 in località Valle di alcune tombe databili al 550 a.C.sono testimonianze che il luogo era parte di quella antica Temesa, localizzata tra il fiume Oliva e il fiume Savuto. Furono rinvenuti alcuni oggetti in terracotta in una tomba a fossa contenente uno scheletro di donna. A distanza di anni, nello stesso rione Valle, durante i lavori di realizzazione della fognatura, furono ritrovati altri reperti. Tali oggetti, sottoposti in seguito all’esame di esperti, sono stati classificati come aryballoi (porta profumi corinzi del 550 a. C. circa).
Posto in un luogo strategico per il controllo delle vie di comunicazione, Aiello è stata nel corso dei secoli al centro di aspre lotte di potere. I Saraceni del vicino Emirato di Amantea, come racconta la leggenda, nel tentativo di farlo capitolare “per fame”, furono persuasi a desistere dal genio degli aiellesi che per dimostrare di avere scorte a sufficienza, dalle mura del castello lanciarono delle ‘pezze’ di formaggio ottenute dal latte delle loro donne. I Normanni, nel 1065, guidati da Roberto il Guiscardo lo assediarono per quattro mesi, prima di ottenerne la resa. L’importanza di questo lembo di terra “...grossa, nobile, et civile” è dimostrata nel corso delle alterne vicende storiche. Con gli Aragonesi, il feudo aiellese, dai Sersale fu assegnato al viceré di Calabria e futuro conte di Ajello, Francesco Siscar. Tale periodo fu molto florido e si registrò una notevole espansione demografica, sociale ed economica che continua con il Viceregno spagnolo in cui cresce l’agricoltura e la produzione della seta. Nel 1566 il Feudo viene acquistato per 38 mila ducati dal principe di Massa, Alberico Cybo Malaspina.
Con questa famiglia di origini liguri toscane, che ne mantenne la proprietà sino all’eversione della feudalità, lo “Stato di Aiello” passa da contea a marchesato e poi nel 1605 a ducato. A questo periodo si devono alcune delle più pregevoli testimonianze architettoniche artistiche e storiche del borgo antico: il palazzo Giannuzzi Savelli, detto dei Cybo, e la cappella gentilizia dei Cybo, dove è custodita la statua della Madonna delle Grazie, molto venerata dagli aiellesi. Nel decennio francese la cittadina passa nella giurisdizione del cantone di Belmonte, quindi nel governo di Rogliano, sino al 1811, anno in cui è capoluogo di Circondario (comprendente Terrati, Serra, Lago, Laghitello, Pietramala e Savuto). Nel 1905 un violento terremoto distrugge buona parte dell’abitato. Nel 1864 prende il nome di Aiello di Calabria che muta nel 1928 in Aiello Calabro, incorporando Cleto e Serra, i quali divengono comuni autonomi, il primo nel 1934, il secondo nel 1937.
Oggi Aiello, spopolato dall’emigrazione, conserva un suo fascino particolare per la storia che vi si respira, per le importanti architetture del tessuto urbano, per le tradizioni della sua cucina e dell’artigianato. Un giro per le viuzze che attraversano il centro antico, dominato dalla rocca che ospita i resti del grande castello, svelerà al visitatore le bellezze del paese, tra tutte il palazzo Giannuzzi Savelli e la cappella Cybo. Ma anche l’esteso territorio circostante, con le sue frazioni, è da scoprire.